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Quanto sono internazionali i nostri ragazzi?

Quanto sono internazionali i nostri ragazzi?

Studiare all’estero? I ragazzi italiani sono internazionali?

Vi siete mai chiesti che tipo di studente è vostro figlio dal punto di vista del suo rapporto con l’estero? Una ricerca del 2013 ha delineato un’interessante categorizzazione, individuando 6 profili principali di studente:

  • gli Individualisti: molto concentrati su se stessi ma un po’ troppo legati al suolo italiano;
  • i Basici: mossi da interesse e motivazione ma rimangono confinati all’interno delle attività scolastiche;
  • i Conservatori: radicati nella propria cultura, chiusi verso l’estero;
  • i Globe Trotter: connessi al mondo, aperti e entusiasti di conoscere altre realtà;
  • i Determinati: progettano il proprio futuro e l’approccio verso l’estero è focalizzato sul successo che vogliono ottenere;
  • i Demotivati: necessitano di un’iniezione di fiducia, dalla famiglia in primis.

I Globe Trotter e i Determinati sono quelli che la ricerca definisce Generazione i (internazionale), la generazione di ragazzi “mobili”, che viaggia e studia all’estero, aperti al mondo e alle opportunità internazionali.

Gli Individualisti e i Basici, che rappresentano le percentuali maggiori, sono gli studenti vicini alla Generazione i, quegli studenti interessati, motivati e dal grande potenziale che hanno bisogno di un aiuto per fare il passo successivo e aprire i loro orizzonti.

Da chi dovrebbe venire questo aiuto? In primis, dalla scuola. L’istituzione scolastica dovrebbe essere la prima ad essere proiettata verso l’estero; dovrebbe essere un luogo fondamentale di conoscenza da parte dei ragazzi dei programmi di mobilità internazionale (trimestre, semestre o anno scolastico all’estero), delle opportunità di vacanza studio o anche dei programmi studio-lavoro. Non si può delegare tutto ai genitori e all’ambito familiare, o alla cerchia di amici e conoscenti. Non si può fare esclusivo affidamento sul fatto che un membro della famiglia o un amico abbia già fatto un’esperienza all’estero e possa influenzare gli altri parenti. Il “centro informativo” deve essere la scuola. I professori dovrebbero non solo essere preparati a trasmettere queste opportunità agli studenti, ma anche sostenerli in queste scelte.

Lo studio che ho citato ha evidenziato, al contrario, un ritardo in questo senso da parte della scuola italiana. Dalla mia esperienza personale posso dire che, in effetti, tra le sollecitazioni principali che spingono i ragazzi a partire la scuola c’è, ma non è quella primaria e soprattutto è legata all’iniziativa del singolo insegnante, non dell’istituto scolastico nel suo complesso. Vediamo quali sono le altre sollecitazioni:

  • racconti da parte di altri genitori;
  • racconti da parte degli amici di vostro figlio, che hanno già fatto un’esperienza di studio all’estero;
  • iniziativa personale di vostro figlio;
  • vostra iniziativa, perché siete convinti che studiare all’estero sia un’esperienza importante per la crescita dei figli;
  • articoli in materia che avete letto.

Insomma, il contributo esterno fatto di passaparola, le idee personali e quelle coltivate all’interno della famiglia svolgono un ruolo fondamentale.

Vi do un dato che non è attualissimo, mi rendo conto, ma che vi permette di capire di cosa sto parlando. Nel 2013 la percentuale di adesione delle scuole ai progetti di internazionalizzazione era del 53% in Italia, ma sapete quali erano le percentuali negli altri paesi? 97% in Germania, 88% in Spagna, 88% in Polonia, 81% in Francia e 79% in Svezia. Impressionante, vero? La scuola risulta decisiva nel formare studenti che siano cittadini del mondo, aperti a scoprire non solo luoghi nuovi, ma anche modi di vivere, culture e abitudini diversi; studenti aperti alla diversità e all’accoglienza. Perché la funzione della scuola non è accompagnare i ragazzi lungo un percorso di crescita solo ed esclusivamente scolastico, ma anche, più in generale, di vita. In questo modo si potrebbero recuperare anche quegli studenti Conservatori e Demotivati, che abbiamo visto all’inizio, studenti lontani dalla Generazione i e che avrebbero bisogno di essere maggiormente sostenuti e guidati.

Voi cosa ne pensate? Scrivetemi e parliamone!

Ragazzi a Manhanttan con Giocamondo

Ragazzi a Manhanttan con Giocamondo

Vacanze studio a New York, Giocamondo è la prima azienda ad avere l’accordo in esclusiva.

Sono orgoglioso di poter presentare questa novità: abbiamo siglato l’accordo con la Pace University di N.Y, riconosciuti come leader di settore delle vacanze all’estero per ragazzi sbarchiamo in America.

Oltre 600 ragazzi italiani saranno accolti questa estate nelle mura dell’università oltre oceno.

Puoi trovare più informazioni nell’articolo che ci ha dedicato il Corriere Adriatico.

 

 

 

 

 

Vacanze studio come premio per i figli

Vacanze studio come premio per i figli

Chi di voi non ha mai detto: “studia e verrai premiato”? A quanto pare una ricompensa utile e divertente sono proprio le vacanze studio.

I viaggi all’estero sono il nuovo regalo dei genitori per i figli promossi e i numeri lo confermano! Nel 2017 sono partiti il 7% in più di ragazzi, le percentuali sono aumentate soprattutto nel sud Italia.  Il viaggio studio come leva pare quindi essere una buona soluzione soprattutto per i giovani in una fascia d’eta adolescenziale tra i 13 e i 15 anni, riducendo un po’ l’appeal per i ragazzi dai 16 ai 18 che iniziano ad essere più grandi e più autonomi.

Trovate in questa intervista per QuiCosenza.it la mia esperienza come fondatore del tour operator per ragazzi Giocamondo.

 

 

 

 

Gli altri 5 motivi per cui una mamma NON manda il proprio figlio all’estero

Gli altri 5 motivi per cui una mamma NON manda il proprio figlio all’estero

Mandare un figlio all’estero

Le paure di una mamma per un viaggio studio

Sono sicuro al 99,9% che le paure spiegate nel post precedente “5 motivi per cui una mamma non manda il proprio figlio all’estero” hanno toccato qualche corda. Non è così, mamma? Quello che mi sta a cuore dirti è che sono paure comprensibilissime e che non c’è alcun imbarazzo a provarle. Anzi, ti dirò di più, per noi in Giocamondo sono paure “preziose”. Nel senso che ci spingono a perfezionarci e a fare sempre meglio.

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I 5 motivi per cui una mamma NON manda il proprio figlio all’estero.

I 5 motivi per cui una mamma NON manda il proprio figlio all’estero.

Se l’articolo precedente di questo blog ti ha convinto, allora dovresti leggere anche questo nuovo post, che tratta delle paure dei genitori, quelle paure che spesso sono di ostacolo e trattengono mamma e papà dal regalare ai propri figli un’esperienza tanto preziosa come quella della vacanza studio. E questa volta mi rivolgo soprattutto a te, mamma, perché solitamente sono le mamme ad avere più timori.

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I 10 motivi per cui tuo figlio dovrebbe fare una vacanza-studio all’estero

I 10 motivi per cui tuo figlio dovrebbe fare una vacanza-studio all’estero

Vacanza studio all’estero

Esperienza unica per un figlio

Se hai deciso di leggere questo articolo è perché probabilmente stai valutando l’idea di mandare tuo figlio a fare una vacanza all’estero e vuoi essere certo di fare la cosa giusta.

In questo post ti svelerò i 10 motivi principali per cui dovresti senz’altro mandare tuo figlio a fare una vacanza studio.

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